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Le penalizzazioni di Google

Abbiamo realizzato il nostro sito, il sito ha buoni contenuti, esteticamente è gradevole, inizia ad avere visite e dopo qualche mese vediamo dalle statistiche un grafico come quello in figura. Che cosa è successo? Forse il sito web è stato penalizzato?

Come capire penalizzazioni e BAN

Molto probabilmente il nostro sito ha subito dei BAN o delle penalizzazioni che hanno portato il nostro sito a perdere posizioni importanti nel motore di ricerca.

Innanzitutto chiariamo la differenza tra penalizzazione e BAN.

analyticsIl BAN è la completa esclusione del nostro sito dal motore di ricerca. E’ molto semplice da individuare, è sufficiente digitare site:nome-dominio.tld nel box di ricerca. Se nessuna delle pagine del nostro sito compare probabilmente siamo stati bannati. Le cause possono essere diverse (abbiamo utilizzato pratiche poco lecite, SPAM o altro che di volta in volta si dovrà esaminare).

La penalizzazione, invece è la perdita di posizione nei risultati di ricerca, con conseguente perdita di visite. (Vedi esempio in figura).

Individuare una penalizzazione non è facile e solo l’occhio esperto può rendersi conto di cosa può essere successo.

In linea generale possiamo dire che le penalizzazioni di Google sono degli algoritmi che ciclicamente girano e se incontrano delle anomalie con ciò che si aspettano di trovare, appongono dei filtri e declassano le pagine in questione. Questo è il motivo per cui ci accorgiamo di essere stati penalizzati solo dopo qualche mese.

Alcuni cenni su algoritmi di penalizzazione:

  • Penalizzazione per sovra-ottimizzazione: E’ il caso in cui alcuni webmaster hanno esagerato con le parole chiavi nel content ripetendole in maniera eccessiva
  • Penalizzazione per eccesso di TAG: Molti webmaster per far indicizzare molte pagine del sito inseriscono molti tag per ogni pagina in modo da moltiplicare il numero delle pagine da far indicizzare. (I tag debbono essere una piccola percentuale del totale delle pagine.)
  • Penalizzazione per eccesso di backlink: Pratica spesso utilizzata in modo inappropriato da molti webmaster linkando il sito esternamente con la medesima anchor text. (I link debbono apparire naturali ed utilizzando sempre la medesima anchor text non piace a Google)
  • Vendita di backlink: Come detto i link debbono apparire naturali e la pratica di vendita/acquisto di backlink se non fatta bene può essere penalizzante
  • Contenuti duplicati: Pagine copiate da altri siti non riescono a posizionarsi adeguatamente. Esistono dei tool online per vedere la bontà dei contenuti
  • Eccesso di immagini e/o banner nell’area 800×600. Se l’area coperta da immagini supera quella dei contenuti è penalizzante
  • Tempo di caricamento delle pagine. Con Coffeine, Google ha lanciato una nuova era, volta alla possibilità di immagazzinare quanti più dati possibili, conseguentemente pagine lente nel caricamento verranno penalizzate. Si dovrà agire lato SEO e lato SERVER per migliorare le prestazioni del sito e quindi la velocità.
  • Google MayDay: Con questo algoritmo Google tende a penalizzare quei webmaster che artificiosamente creano titoli lunghi come chiavi di ricerca per cercare di sopperire alla difficoltà di posizionarsi con chiavi corte data la forte concorrenza.
  • Google Panda: Discusso algoritmo che tende a penalizzare quei siti che creano contenuti in modo “industriale” con software artificiosi e backlink non naturali.
  • Google Penguin: Con Penguin, Google tende a penalizzare chi, facendo uso di keyword stuffing, schemi di link o backlinks cerca artificiosamente di manipolare i risultati della SERP
  • Phraserank: E’ un algoritmo di Google che penalizza quelle pagine laddove il loro contenuto non è come quello che Google si aspetta di trovare dal titolo. (Esempio banale: Se il titolo della pagina è “Aeroporti Milano” Google si aspetta di trovare almeno la parola “Malpensa”). Anche qui Google tende a scoraggiare coloro che usano software automatici per la generazione di content.
  • Errori nascosti: Sono quelli che solo l’occhio esperto può individuare, magari analizzando i log del server e del sito che molto spesso possono dare ottime indicazioni.

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